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comunicazioni mirate in lingua italiana, grazie!!

Premesso che Trieste è da sempre un crocevia di culture diverse, “la mitteleuropea Trieste”, vorrei esprimere il mio pensiero in merito alle comunicazioni relative alla raccolta differenziata ricevuta in questi giorni.
Nel plico inviato dal comune di Trieste, provincia di Trieste e l’AcegasAps trovo una lettera di introduzione alle novità della raccolta differenziata e 2 opuscoli. Il primo relativo ai rifiuti urbani insoliti, ingombranti e pericolosi e l’altro dedicato alle modalità di esecuzione della raccolta differenziata dei rifiuti. Poi, sorpresa, la stessa documentazione in lingua slovena.

La documentazione è fatta sicuramente bene, chiara ed esaustiva, ma c’è un però:

perchè si devono spendere soldi aggiuntivi per inviare a molti cittadini (zona Servola) una documentazione doppia? Si, avete capito bene, non contesto lo Sloveno, contesto il fatto che molti come me gireranno la parte scritta in Sloveno direttamente nella raccolta carta.

La domanda è: perchè si deve spendere di più soprattutto in questi momenti di crisi? doppia carta, doppio peso per la consegna ecc ecc. Poi, perchè non prevedere all’interno della sola documentazione in italiano un coupon per richiedere la versione in Sloveno? E ancora, perchè non prevedere una traduzione anche per i cittadini stranieri residenti a Trieste, Cinesi, Rumeni, Serbi ecc ecc?

Io credo che questi siano piccoli GRANDI passi verso quello che potrebbe essere definita civiltà vera. Molti stranieri, potrebbero trovarsi in difficoltà con le definizioni più o meno tecniche della raccolta differenziata e magari farla meglio se dessimo loro un aiutino. Il mondo parla Inglese, Spagnolo e Cinese no in Sloveno, con tutto il rispetto che porto per i triestini del Carso e gli Sloveni.

Evitiamo di trovarci in posizioni ridicole che non fanno bene a nessuno come l’esempio dei cartelli bilingui di Gropada (vedi foto).

Carburante italiano o sloveno?

Non si parla di qualità (che è la stessa) ma di costi.
Il 31 dicembre 2011 ho fatto il pieno di benzina, 95 ottani, a 2 auto.

In Italia (distributore in periferia di Trieste) il prezzo al litro era di 1,73 €, con lo sconto regionale di 0,21 €, 1,53 alla pompa.
In Slovenia (Sezana), lo stesso giorno 1,34 € al litro (in Slovenia il prezzo della benzina è uguale per tutti i distributori).

Fatti i conti, rispetto al prezzo scontato e stimando un pieno di 50 litri, si spendono 9,50 € in meno oltre confine. Il risparmio sale a 19,50 € considerando il prezzo pieno italiano, questo per ogni pieno.

E’ evidente che dinanzi una situazione del genere molti ci fanno il pensierino e vanno in Slovenia a fare il pieno. Infatti, in questi giorni, presso i distributori delle zone confinarie le attese si fanno più lunghe. Ma conviene veramente andare a fare il pieno oltreconfine?
Considerando che di media un distributore sloveno disti 15 km da casa e che la propria vettura percorra almeno 12 km/litro direi proprio di si. Poi, se alla benzina si abbina anche la spesa, il risparmio diventa fondamentale.
All’inizio fu benzina agevolata per le province di Trieste, Gorizia e qualche comune confinario della provincia di Udine. I buoni cartacei, da 5 10 e 20 litri, che valevano in corrispettivo molto più di metà prezzo dell’allora costo in lire della benzina. Poi la tecnologia, niente più file ai centri civici per ritirare i buoni, tessera badge e scelta tra benzina agevolata (venivano erogati ogni bimestre un tot di litri) e benzina a prezzo regionale.
Ancora avanti e “morte” dell’agevolata mentre resiste la regionale con fasce di sconto degradanti via via che ci si allontanava dai confini, fino ai giorni, nostri dove le fasce sono diventate solo 2.

La benzina agevolata nasceva per contrastare le “fughe” nell’allora Yugoslavia per il pieno. Questa pratica molto diffusa soprattutto a Trieste, portava via gettito importante all’erario italiano. Tolta l’agevolata ecco che era pronta la nuova crisi dell’erogazione nostrana, così l’agevolazione regionale cercava di ridurre i cali di vendita dei carburanti italiani.
Inutile dire che in questi giorni mi trovo davanti ad un deja vu, nuovamente code nei distributori sloveni e deserto in quelli di casa. Povero governo, tanto impegnato a fare i conti in tasca agli italiani, tante stime “da questo incasseremo tanto”, facendo così entreranno copiosi emolumenti” ecc ecc…. Ma tutti sanno che le accise non incassate sono un doppio danno, per tutti. Per lo stato che non incassa e per i gestori dei distributori nostrani che dovranno, nuovamente, ridimensionarsi. L’unico modo è decidere se perderle del tutto (andare avanti così) o fare sconti seri e sperare di recuperare almeno qualcosa. La comunità europea non permette più gli sconti “aiuto”? Allora sarà opportuno che lo Stato chieda meno da ogni singolo litro di benzina.

Per finire, visto che lo sconto non è un favore che lo Stato fa a certi cittadini, ma una necessità, per evitare l’incasso 0 e dunque la bancarotta, che senso ha offrire carburante scontato a chi ha il confine a più di 40 km da casa? Perché chi abita a Gonars o a Lignano, ad esempio, ha lo sconto regionale?

la prego, vada a cag..e

Ebbene si, ora è lecito mandare a @°#à”’ chi ti blocca con la macchina……

Si può mandare “a quel paese” chi con la sua auto ostruisce il passaggio per strada? Si può, si può, almeno secondo una sentenza della Corte di Cassazione che ha convalidato l’assoluzione dal reato di ingiuria accordata ad un 30enne di Cagliari, Riccardo L. L’uomo era finito sotto processo per avere reagito al fatto che l’automobilista Danilo R. aveva fermato la propria auto in modo da ostacolare il passaggio, dandogli del “cafone”. Secondo la Suprema Corte, “l’ingiuria” se “provocata da fatto ingiusto” merita tutte le attenuanti possibili senza escludere l’assoluzione.

Come ricostruisce la sentenza 36883 della Quinta sezione penale, Riccardo L., vedendosi il transito impedito dall’auto di Danilo R., aveva cercato in un primo tempo di risolvere la cosa con le buone maniere ma di tutta risposta aveva ricevuto dei gestacci che avevano contribuito ad “acuire la tensione”. Da qui l’espressione “cafone” rivolta al “cattivo” parcheggio. La vicenda è finita in un’aula di giustizia. Se il giudice di pace di Cagliari, nel gennaio 2010, aveva condannato Riccardo L. per ingiuria, in secondo grado il Tribunale della stessa città, nel maggio scorso, lo aveva assolto, applicando l’esimente della provocazione….. tratto da Repubblica del 5 novembre 2011 qui l’articolo completo

Ottimo, ora ci si può arrabbiare lasciandosi andare un pochino di più. Sembra che sia finito il tempo del “beco e bastonato” (cornuto e mazziato), se qualcuno con la macchina vi blocca il passaggio potrete sfogarvi quant’è necessario, almeno così dice la sentenza di cui sopra. Si sa, alle volte il maleducato è così, convinto di essere nel giusto. Il rischio è quello di avere ragione e nella migliore delle ipotesi ricevere un dito medio, siccome è sconsigliato l’uso di azioni alla Rambo, ci resta la gentile richiesta.
Fatto salvo che “la prego, può spostarsi?” non dia l’esito desiderato, ulteriori richieste gentili non sortiscano effetto ecco che un bel “vaffanculo” di gusto ci sta tutto.
Forse resterete bloccati ancora ma vuoi mettere la soddisfazione?

ma alla fine, si può dire ciò che si pensa o no?

Francamente non ci capisco più nulla.

La nostra costituzione dice:

Costituzione italiana (1947)

 

Art. 21. – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.

Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili.

In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto.

La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.

Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.

Questo blog non “si sente” un giornale ma desidera lasciarsi leggere, pubblica i commenti del suo sottoscrittore, non vuole offendere nessuno, gradisce la condivisione ma anche il dissenso.
Siccome non siamo tutti uguali (e per fortuna), una sana discussione fa senz’altro bene.
Questo è un punto di partenza e non di arrivo.

La domanda dunque è: “ma alla fine, si può dire ciò che si pensa o no?” talvolta sembra di no. Mi chiedo, perchè al bar si possono dire le stesse cose che si scrivono sul web, ma se queste non piacciono sul web si possono cancellare preventivamente senza contraddittorio?
La domanda è ovviamente retorica, al bar l’audience è limitata sul web è senza confini. Allora? Cosa fa paura? Dire le cose o leggerle?

Bu!!!!

A questo punto non so dare la risposta.
Questo blog che nasce oggi racconterà semplicemente il punto di vista del suo autore relativamente alle cose che verranno vissute. Politica, sport, attualità e quant’altro.

Il blog si chiama fill the vacuum. Vacuum oltre che a essere il vuoto inteso come tecnico (assenza di aria) è pure l’aspirapolvere (vacuum cleaner). Fill the vacuum è un gioco di parole, una sorta di riempiamo il vuoto. Quello che mettiamo al posto del nulla è sicuramente meglio del nulla stesso. Parlerò di Trieste (la mia città), dell’Italia (la mia nazione), dell’Europa (il mio “continente”) e del mondo. Gli spunti presi dalla rete serviranno per le discussioni.

Andrea